Che Scandalo !!!

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Il 27 u.s. il quotidiano “IL TEMPO” ha pubblicato un proprio articolo/inchiesta riguardante i lavoratori marittimi italiani e stranieri a bordo delle navi iscritte nel Registro Internazionale – Legge 30/98. Uno scandalo tra giri di soldi, danni all’INPS e carte scomparse.

Articolo/inchiesta che la Ns. Associazione “Marittimi per il Futurocondivide totalmente.                      

Nella stessa data, il predetto quotidiano ha pubblicato un’intervista ad un noto sindacalista il Sig. Remo DI FIORE della FIT/CISL e consigliere per il board mondiale del sindacato di categoria “ITF”, che ha inteso focalizzare il tutto a una guerra commerciale fra gli armatori

ONORATO – GRIMALDI.                                                                                                                          

Questo sindacalista ha difeso la valenza del Registro Internazionale (Legge 30/98), paventando che, con l’abolizione della citata legge, ci sarebbe una forte impennata della disoccupazione nel settore marittimo conseguenza della “fuga” di tutti gli armatori i quali andrebbero immediatamente a registrare le proprie navi all’estero. La Ns. Associazione, ribadisce di non volere l’abolizione della legge 30/98 riguardante il Registro Internazionale. Sollecita invece l’esecutività della legge COCIANCICH, che limita gli aiuti economici e normativi ai soli armatori che imbarcano marittimi italiani/comunitari. Escludendo in modo assoluto aiuti agli armatori che imbarcano marittimi non comunitari in quanto, le scandalose retribuzioni applicate a questi marittimi, non giustificano costi che debbano ricadere sulla collettività italiana. Va infatti ricordato che, per i marittimi non comunitari che imbarcano su navi italiane del Registro Internazionale, è applicato l’apposito contratto Collettivo di Lavoro firmato da CONFITARMA e dalle organizzazioni sindacali di categoria FILT/CGIL – FIT/CISL – UILTRASPORTI (la triplice). Le retribuzioni stabilita da detto contratto sono una palese violazione alla convenzione ILO – MLC2006 e successive modifiche che, per un lavoro di pari valore, stabilisce debba essere corrisposta una remunerazione uguale a tutti i marittimi che lavorano sulla stessa nave, senza discriminazione di razza, colore, sesso, religione, politiche, origine nazionale o sociale.                        Il Sindacalista di cui sopra sostiene che non è vero che la triplice penalizza i marittimi italiani. Se così fosse, la stessa, dovrebbe immediatamente revocare tutti gli accordi in deroga alla Legge 30/98, firmati con CONFITARMA. Deroghe tutte a favore degli armatori. E’ comunque certo che, la revoca di tali deroghe, permetterebbe l’immediato imbarco di almeno 4.000 marittimi italiani/comunitari su navi iscritte nel Registro Internazionale.                         

   Perché la triplice si ostina a mantenere perpetuamente in vigore le menzionate deroghe che colpiscono in maniera irreversibile l’occupazione

italiana e comunitaria? Il motivo è semplice: più marittimi extra comunitari risultato imbarcati sulle navi scritte nel Registro Internazionale e più contributi “entrano” nelle casse della triplice (parliamo dei contributi pattuiti con CONFITARMA pari a 300 usd annui per ogni marittimo extra comunitario contro i 180 usd annui previsti per ogni marittimo italiano/comunitario). E’ quindi evidente che i maggiori contributi incamerati con l’imbarco di marittimi extracomunitari (in molti casi i contributi dei marittimi sono a carico dell’armatore, fatto alquanto strano), consentono la sopravvivenza della triplice anche in altri settori sindacali dei trasporti.                                                  

È quindi chiaro che la sopravvivenza della triplice è a discapito dei marittimi italiani e comunitari. Nell’intervista il sindacalista conferma che tali importi sono versati in nome e per conto dei marittimi ma che sono a carico degli armatori. L’architettata confusione è la maniera più semplice per confondere le idee a tutti, in primis agli stessi marittimi, che neppure sanno dell’esistenza di questi deplorevoli accordi tra le parti. È noto infatti che i rinnovi dei CCNL tengono sempre conto del costo complessivo che ricade sulle Aziende. Basterebbe quindi porre maggiore attenzione alle retribuzioni applicate ai marittimi non comunitari per capire come stanno davvero le cose. 

Un dato economico – qualifica marinaio – retribuzione mensile omnicomprensiva, incluso

70 ore di straordinario:                                                                                                                              

> CCL del 14/05/2001    = 1.250 usd (quota oraria lavoro straordinario = 3,97 usd)                               

> CCL del 01/07/2015*  = 1.280 usd (quota oraria lavoro straordinario = 4,04 usd)                                

> *CCL tuttora vigente in scadenza il 31/12/2017 Ne segue che dal 2001 ad oggi, la retribuzione complessiva è aumentata di 30 usd e la quota oraria per lavoro straordinario è aumentata di 0,07 usd.                                                                                                                             

È del tutto palese che, nel corso degli anni, i contratti sottoscritti sono stati rinnovati a costo zero. Considerato l’aumento del costo della vita, si può assolutamente affermare che in 17 anni le retribuzioni dei marittimi non comunitari, in base al potere di acquisto, sono addirittura diminuite e quindi, sostenere che il contributo “quote di servizio” resta a carico degli armatori, è vergognoso.                                                                                              

La retribuzione mensile in vigore (qualifica marinaio) è di 1.280 usd e comporta che il lavoratore, non comunitario, debba lavorare almeno 10,30 ore giornaliere x 30,416 gg. = 313,29 ore (media mensile). In presenza di questi consolidati e iniqui costi, gli armatori di navi iscritte nel Registro Internazionale, vorrebbero continuare ad usufruire delle agevolazioni fiscali/previdenziali anche per i marittimi non comunitari, portando, come già detto, questi costi in carico alla collettività italiana.                                                                               

BASTA!!! VOGLIAMO LA LEGGE COCIANCICH SUBITO!!!                                                               

RINNOVO DEL CCL COSTO ZERO = CONTRIBUTO ALLA TRIPLICE A CARICO ARMATORI

                                                                                                                               

Il Signor sindacalista sostiene inoltre che, questi contributi, seguono quello che avviene nel mondo marittimo Internazionale. Ma, questa gratuita affermazione, non significa un bel niente. Semmai sta a indicare che, nel mondo marittimo Internazionale, vige un losco sistema di sfruttamento che deve essere combattuto senza esitazione.                                                 

Inoltre, il Signor sindacalista, precisa che il contributo corrisposto dagli armatori a favore della triplice è a bilancio. La Ns. Associazione non entra nel merito di ciò ma dubita che, questo “strano” contributo, sia effettivamente utilizzato, per la maggior parte, per la tutela degli interessi dei marittimi di qualsiasi nazionalità, constatato che è molto raro, vedere a bordo delle navi, un sindacalista interloquire con gli equipaggi. Come è possibile che la triplice riceva contributi dagli armatori per tutelare gli interessi dei marittimi? Ogni commento è superfluo.

La nostra Associazione esprime un forte ringraziamento al giornalista Enrico LUPINO che, con caparbietà ha affrontato questa delicata tematica portando avanti questo servizio/inchiesta per smascherare una grande vergogna per il popolo italiano

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