CGIL CISL UIL per ogni extracomunitario imbarcato percepiscono 300 dollari
CGIL CISL UIL per ogni extracomunitario imbarcato percepiscono 300 dollari
Il nostro codice della navigazione venne approvato con Regio Decreto il 23 marzo 1942. Da allora e fino all’entrata in vigore della legge n. 30/98, su qualsiasi tipo di naviglio battente bandiera italiana, vigeva l’obbligo di arruolare marittimi italiani, senza alcuna deroga. Per oltre 50 anni nessuno ha mai accusato gli armatori di essere razzisti, xenofobi e ultra nazionalisti. D’improvviso una mirata crociata contro l’armatore Vincenzo Onorato che viene accusato di razzismo perché colpevole di imbarcare sulle sue navi 4500 marittimi di nazionalità italiana. Recentemente l’armatore Manuel Grimaldi ha annunciato che assumerà 500 marittimi italiani. Oggi addirittura lo stesso armatore ha raddoppiato: invece di 500 marittimi, ha annunciato che ne assumerà 1000, senza però specificare la nazionalità.
La stampa a lui vicina ha ripetutamente evidenziato l’importante decisione dell’armatore, che in questo caso non è razzista ma salvatore dell’occupazione. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. L’armatore Grimaldi non si è limitato a dire, ma a fare tutto il contrario di quanto annunciato. È tuttora d’attualità la vertenza contro la società di navigazione New TTTLines che ha annunciato il licenziamento di 200 marittimi. Da notare che la menzionata società, dal 50% è passata al 100% sotto il controllo di Grimaldi Group. Quale migliore occasione di assumere i 200 marittimi della New TTT Lines?.
I marittimi italiani da assumere si sarebbero ridotti a 300 rispetto ai 500, annunciati. Oggi 1000! Bla, bla, bla…..intanto i marittimi italiani continuano a morire di fame e anche i 200 della New TTT Lines si andranno ad aggiungere alle migliaia di marittimi disoccupati per colpa della triplice che attraverso accordi in deroga alla legge 30/98 ha permesso l’imbarco di marittimi extra comunitari in sostituzione di marittimi italiani/comunitari.
In merito alla vertenza NewTTT Lines, l’ associazione MARITTIMI PER IL FUTURO si è immediatamente mobilitata in solidarietà dei marittimi licenziati e continuerà a lottare con il principale è inderogabile obiettivo di abolire o modificare radicalmente la legge 30/98. Recentemente abbiamo letto una missiva della triplice, che proprio in merito alla citata vertenza, evidenziava la partecipazione di soggetti e associazioni del tutto estranee alla vertenza ma portatori di altri interessi. Se questa ignobile dichiarazione era rivolta alla nostra associazione, la respingiamo al mittente. Non cadiamo nella trappola della polemica per distoglierci dal vertenza New TTT Lines e più in generale dalla lotta di tutti i marittimi disoccupati. Se davvero la triplice ha così a cuore il problema dei marittimi disoccupati perché non trova il coraggio di ricusare tutti gli accordi in deroga e farsi paladina della scrupolosa applicazione della legge 30/98. Detta legge per un breve periodo di tempo ha significato occupazione ma poi “grazie” agli accordi sindacali in deroga gli armatori hanno potuto utilizzare marittimi extra comunitari (sottopagati) a discapito dei marittimi italiani/comunitari. Va ricordato che tuttora gli armatori, le cui navi sono iscritte nel R.I. beneficiano di invidiabili aiuti previdenziali e fiscali, che consistono nella quasi totale esenzione del pagamento dei contributi INPS ed incassare (anziché inviare all’erario)gli importi IRPEF trattenuti ai marittimi. Reiteriamo la richiesta di abolire tutti gli accordi in deroga alla legge 30/98. Ciò significherebbe l’imbarco di oltre 10.000 marittimi di nazionalità italiana/comunitaria e l’imbarco di almeno 3.000 allievi ufficiali italiani. Per la triplice l’abolizione degli accordi in deroga alla legge30/98 potrebbe comportare l’abolizione del contributo che gli armatori versano ( per ogni extracomunitario imbarcato percepiscono 300 dollari )alla stessa triplice che annualmente ammonta a circa 15 milioni di dollari usa. “Un vero conflitto di interessi” Ma tutto nella vita non si può avere. Altra questione è l’assicurazione FANIMAR a tutele degli infortuni dei marittimi. Ma questo capitolo lo rinviamo alla prossima puntata